Orientamento teorico

26.10.2020
La Terapia Centrata sul Cliente è un modello di psicoterapia non direttiva formulata dallo psicologo statunitense Carl Ransom Rogers che venne a rappresentare la prima maggiore alternativa alle terapie psicodinamiche. Rogers era convinto che non fosse utile considerare la psicoterapia come una relazione tra due persone nella quale una di esse, definita paziente, che era malata oppure squilibrata e non conosceva la soluzione dei suoi problemi, per questo motivo si rivolgesse ad un'altra, il terapeuta, che era l'esperto, il quale diagnosticava il problema e la cura restando sempre un gradino più in alto del paziente. Tale relazione, sosteneva Rogers, rischia di creare una dipendenza, di non aiutare il paziente a trovare soluzioni. Egli affermava che più la persona prende responsabilità nella gestione della propria vita maggiori saranno le probabilità di successo della terapia. Il paziente non viene visto più come paziente e quindi soggetto passivo, ma come cliente e soggetto attivo capace di auto direzione. La visione rogersiana della natura umana è positiva, degna di fiducia e razionale quando gli individui riescono a vivere in accordo con la loro vera natura.


Carl Rogers

Ogni organismo umano ha in sé una "tendenza attualizzante" cioè una forza, una sorgente di energia la cui direzione è verso lo sviluppo di tutte quelle capacità utili a mantenere, autoregolare e autorealizzare l'organismo. E' una visione olistica della natura umana che considera l'uomo come unità inscindibile di psiche e soma. Può risultare utile un'analogia. Il seme di un albero ha già in sé, come intrinseca nella sua natura, la tendenza a realizzarsi come una pianta che darà i suoi frutti; affinché questo accada si debbono avverare determinate circostanze favorevoli, come trovarsi in un suolo ricco di sostanze nutritive e in un giusto clima, con temperature, dosi d'acqua e di luce solare atte a favorirne la crescita. Se non interverranno malattie o altri eventi il seme completerà in pieno la sua tendenza a divenire pianta. In questo senso diremmo che si è realizzato. Lo stesso seme che invece si trovi a dover affrontare circostanze ben più sfavorevoli, quali un terreno povero di sostanze nutrienti, o una densa foresta dove gli alberi adulti tolgono tutto il sole, avrà lo stesso la sua tendenza a realizzarsi come pianta, ma purtroppo gli saranno negate le possibilità di sviluppare appieno il suo potenziale. Il bambino ha come criterio di valutazione iniziale la propria tendenza attualizzante e tende ad autoregolarsi accettando come positive le esperienze che favoriscono lo sviluppo del proprio organismo e rifiutando come negative tutte quelle che invece ostacolano la propria crescita. Crescendo si sviluppa nel bambino il concetto del Sé, diviene sempre più cosciente e divengono per lui importanti gli atteggiamenti che i suoi genitori e gli adulti di riferimento hanno verso di lui. Per appagare il bisogno di considerazione positiva da parte degli altri e quindi per essere amato, il bambino percepisce come bene non più quello che giudica lui come bene, ma quello che i suoi genitori giudicano come tale e pensa che ciò che invece sente sia "cattivo" perché lo allontana dall'approvazione e dall'amore dei suoi. Vengono così introiettati come propri giudizi che invece vengono dall'ambiente esterno e si rinuncia al proprio spontaneo metro di giudizio, alla saggezza del proprio organismo. Si crea una incongruenza tra i propri valori e i nuovi valori introiettati e questa incongruenza può essere fonte di disagio psicologico. Bisognerebbe far percepire sempre al bambino che, anche disapprovando un determinato comportamento, non si disapprova lui e quello che sente e che non viene rifiutato, solo così la crescita può essere sana e senza minacce alla propria identità'. Roges parla di tre condizioni necessarie e sufficienti perché all'interno di una relazione terapeutica la persona possa sbloccare la propria tendenza attualizzante e permettere un cambiamento, esse sono:

  • l'accettazione positiva ed incondizionata ossia la capacità del terapeuta di accettare il cliente qualunque sia il suo comportamento incoraggiandolo ad esprimere qualsiasi sentimento egli provi;
  • l'empatia ossia la capacità di comprendere i sentimenti ed i significati personali del cliente, il sapersi "mettere nei suoi panni" e l'essere capace di comunicare tale comprensione in modo tale da facilitare il raggiungimento di una maggiore chiarezza;
  • la congruenza del terapeuta ossia il suo essere radicato nella propria esperienza organistica aumentando la capacità di relazione vera con l'altro in maniera spontanea, senza rigide facciate professionali.
Un individuo capace di accettare profondamente  stesso è più capace e propenso ad accettare gli altri. Carl Rogers con la sua teoria e la sua pratica ha rivoluzionato il modo di fare psicoterapia ed è oggi riconosciuto come una delle personalità con l'influenza più significativa nel mondo della psicologia.